Quando si tratta delle professioni sanitarie l’importanza di una assicurazione professionale medico ci viene ricordata puntualmente da episodi di cronaca dove l’errore umano ha una parte troppo spesso determinante. Non è infrequente infatti che errori di laboratorio siano alla base di trasfusioni che causano contaminazioni gravissime, o che indagini diagnostiche condotte in modo irregolare risultino in interventi chirurgici infelici.

L’ultimo episodio giunto sotto le luci dei riflettori risale proprio a pochi giorni fa e ha visto lo staff dell’ospedale universitario di Careggi, a Firenze, intervenire su un paziente della cardiochirurgia. Come emerso dall’audit interno svolto dallo stesso policlinico è emerso che i tubi della macchina deputata alla circolazione extracoprorea sono stati invertiti, così facendo invece del sangue è stato fatto circolare ossigeno nell’organismo dell’uomo, ciò ha causato danni gravissimi e permanenti al cervello del paziente, risultati nel coma dal quale non si è più risvegliato.


In uno studio pubblicato dall’ANIA era emerso che il danno sociale per la perdita di una vita umana nel nostro paese è quantificabile mediamente in 1.400.000 euro, sempre tenendo a mente che tutto dipende dal parametro determinante del cd ‘capitale umano’. Nel caso summenzionato il gruppo per il rischio clinico del nosocomio e il centro regionale per il rischio clinico hanno riconosciuto la gravità del danno arrecato all’uomo e alla sua famiglia, dal momento che la vittima era l’unica a generare reddito di sostentamento, conseguentemente sono state già corrisposte due tranche di 100.000 euro ciascuna da computare nel risarcimento finale, una volta definita la questione.


E’ evidente come in queste circostanze tutelare sé stessi e la propria professione sia di primaria importanza e nessuno strumento di gestione del rischio può sopperire alle necessità di protezione al pari di una polizza professionale medico.


A rispondere in prima battuta per il danno cagionato sarà sempre il presidio sanitario cui la vittima si rivolge, e la malasanità non manca mai di stupire per la varietà di conseguenze che produce, ma benché la notizia che fa scalpore tenda ad esaurirsi con la vicenda personale del malcapitato paziente, ci sono sempre degli sviluppi ulteriori che riguardano invece le indagini interne finalizzate ad individuare i veri centri di responsabilità dell’incidente.


Come può essere accaduto che un professionista abbia commesso un errore di questa portata? Le dinamiche vengono accertate sempre a seguito di accurate indagini ma le tempistiche possono variare. A questo punto una domanda sorge spontanea: posto che la responsabilità morale per ciò che è successo non può essere in nessun modo attenuata, vale la pena esporsi al rischio di dover rispondere personalmente e col proprio patrimonio per i danni causati? O è forse preferibile proteggersi con un'assicurazione professionale medico? Un’altra occasione per riflettere!


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