Era atteso da tanto tempo un intervento legislativo su scala nazionale relativo alle locazioni brevi, quelle cioè fino a 30 giorni, che hanno rilevanza soprattutto in ambito turistico; la necessità era infatti avvertita soprattutto da chi di queste locazioni aveva fatto un business vero e proprio, anche se non in forma diffusa come i colossi nati e cresciuti grazie ad internet.


Anzi, forse proprio i 'big' erano gli ultimi a volere una sistemazione della materia, posto che nella scarsa regolamentazione avevano trovato un terreno fertile su cui mettere radici e far fiorire i profitti. Ma si sa che laddove c’è un profitto lo stato esige la sua fetta di torta, così per evitare che il fenomeno offrisse il fianco ai soliti abusi, il governo ha predisposto una decreto finalizzato a disciplinare il settore.


Come spesso capita però la normativa non è esattamente ciò di cui si sentiva il bisogno costringendo gli intermediari che lavorano con le locazioni brevi a repentini cambiamenti, dal momento che la nuova normativa ha posto dei termini di breve scadenza cui le realtà più importanti hanno trovato difficoltà ad adeguarsi.


Nel merito il d.l. 50/2017 ha disposto che a partire dal 1 giugno scorso gli intermediari che incassano il corrispettivo dovuto a titolo di canone per la locazione ad uso abitativo fino a 30 giorni, si qualificano come sostituti d’imposta, di conseguenza dovranno trattenere il 21% delle somme a titolo di ritenuta; qualora il proprietario dell’immobile peraltro non abbia optato per il regime della cedolare secca la quota è da ritenersi quale acconto.

Oltre a ciò ciascun intermediario è responsabile altresì per la tassa di soggiorno, dove prevista.


A seguito del tavolo tecnico tra FIAIP, il Viceministro Casero del Ministero dell’Economia e il Direttore Generale dell’Agenzia delle Entrate Enrico Maria Ruffiniè stato chiarito quale fosse il calendario delle scadenze future (scadenza 16 ottobre per versare le somme derivanti da locazioni a partire dal 12 settembre) ed è stato richiesto un provvedimento ad hoc per disciplinare le situazioni che ricadono nel periodo di vuoto normativo.


Sono infatti questi i rischi maggiori: le incertezze. Come comportarsi rispetto a situazioni sulle quali la legge tace? Il rischio è di fare qualcosa che in mancanza di delucidazioni si qualifichi come irregolare o addirittura illecito, finendo per rimetterci di persona. Sempre che non siate dotati di una polizza professionale agente immobiliare.

Già perché eliminare i rischi del mestiere in toto non è un’ipotesi realizzabile, e se è vero che le polizze RC agente immobiliari hanno un costo, avere la certezza di non rimetterci di tasca vostra in caso di problemi -come recita un celebre spot pubblicitario- non ha prezzo.

 

Non solo rispetto a questo ennesimo fattore di incertezza l’assicurazione professionale agente immobiliare dispiegherà i propri effetti, il cumulo di ciò che un professionista deve fare diventa sempre più grande mentre gli strumenti di tutela sempre più costosi e sempre meno efficaci. Non basta più un aggiornamento costante e l’accortezza del professionista diligente, oggigiorno una piccolezza può costare una fortuna: una dimenticanza, un documento perduto, un termine decorso inutilmente, una virgola fuori posto e una vita di duro lavoro sarà compromessa per sempre.

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