Cosa succede quando medici e avvocati si danno battaglia, tutti animati dallo stesso intento ma disposti a ragiungerlo con mezzi differenti? Concludiamo oggi una sorta di filone narrativo che ci riporta indietro nel tempo ma che paradossalmente si rivela ancora di grande attualità, concludiamo l'excursus sul confronto pungente e aspro tra due categorie professionali preoccupate - ognuna a modo proprio- di tutelare il diritto alla salute dei pazienti e dei cittadini in generale.

A fronte di uno spot radiotelevisivo che incitava i pazienti a rivalersi nei confronti dei medici che li avevano avuti in cura, le associazioni di categoria dei sanitari hanno risposto con un altro spot che sottolineava come il primo passaggio pubblicitario non facesse altro che leva sulla disperazione delle persone per ingrassare le tasche di individui dalla bassa morale disposti a tutto per il proprio tornaconto.
Ne è nata una bagarre che ha scomodato ogni possibile associazione, levate di scudi da entrambe le parti e colpi sotto la cintura non hanno mancato di animare la contesa, tutto sotto gli occhi della società civile e delle istituzioni, posto che lo stesso Ministero della Sanità aveva patrocinato lo spot che i medici avevano trasmesso sulle principali rete televisive in difesa della propria categoria.

Amami, l'associazione dei medici accusati di malpractice ingiustamente, ha pubblicato un comunicato in cui porgeva sentite quanto ironiche scuse nei confronti di quegli 'avvoltoi' che tuttavia non erano da identificare necessariamente con gli avvocati, questi figuri del resto affollano ogni ordine professionale, dai giornalisti agli stessi medici senza però fare la grazia agli avvocati, che del resto si propongono come guide nei gironi infernali dei palazzi di giustizia italiani; quindi senza di loro difficilmente si potrebbe montare su un caso di queste proporzioni. Il fenomeno dell'accusa infondata quindi riguarda tutti a prescindere da estrazione e provenienza, non solo i professionisti ma anche i cittadini, lo vedremo meglio più avanti, e i medici italiani non ci stanno più, e denunciano non solo il fenomeno, già tristemente noto, ma la malpractice di quei professionisti che sobillano i pazienti contro i medici.

Ma in tutta questa confusione gli unici a fare una proposta concreta sono gli associati ad Amami, che a fronte di una contesa che non accenna ad esaurirsi lanciano una sfida a tutti coloro che davvero si preoccupano di tutelare le vittime della malasanità, il loro diritto alla salute e al giusto risarcimento quando questo venga leso. Come fare? Istituire un osservatorio cui competa smascherare chiunque cerchi di trarre profitto dalle sventure non solo dei pazienti ma anche di altri professionisti, un organismo che nella mischia possa sanzionare chi approfitti della confusione per trarne profitto.

Ma chi combatte ogni giorno sa bene che diventare bersaglio di avversari estranei all'etichetta, un'assicurazione professionale saprà coprirvi le spalle in ogni situazione dimostrandosi il principale strumento di gestione del rischio in un'ottica di consolidamento, crescita e sviluppo della propria professione, e con prospettiva di lungo periodo, della propria vita.


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