Qualche giorno fa abbiamo pubblicato un breve articolo che evidenzia come la scelta di tutelare sé stessi e la propria professione acquistando una polizza professionale, oltre che l’adempimento di un obbligo, rappresenti anche una scelta prudente ed avveduta; a questa conclusione era facile giungere già in considerazione dei 3 buoni motivi che avevamo puntualmente indicato. 
Come però non è sfuggito a molti, i buoni motivi elencati -tre- non rispecchiavano il numero di buoni motivi promessi dal titolo cioè 4. Siamo quindi in debito di un buon motivo per acquistare un’assicurazione professionale, forse il più importante - anzi decisamente il più importante, avuto riguardo dei trend che vanno consolidandosi: la litigiosità che coinvolge i professionisti, siano essi medici, architetti, avvocati o chi per essi.

Di questo che è un tema in verità assai complesso e multidimensionale vogliamo offrire un’analisi completa che sia suffragata e sostenuta dai numeri e da testimonianze illustri.

Proprio per questo vorremmo ricordare che il primo a lanciare un vero e proprio SOS fu Roberto Carlo Rossi, già segretario del sindacato dei medici di famiglia (SNAMI) e poi presidente dell’Ordine dei Medici di Milano, uno degli ordini che conta il più alto numero di iscritti, ben oltre 25000. La categoria dei medici è stata messa in seria difficoltà dal numero sempre crescente delle cause intentate dai pazienti, i quali lamentano di essere stati danneggiati dai dottori molto spesso in modo soltanto pretestuoso; in tempi recenti il fenomeno è cresciuto a dismisura ed ha risvolti che investono l’intero sistema sanitario nazionale, in virtù del fatto che lo strutturato di un presidio pubblico espone l’intero ospedale al rischio del risarcimento.
I fattori che contribuiscono a far innalzare il tasso di litigiosità ad una velocità tanto elevata sono molti e la crisi che ancora aleggia nel nostro paese è certamente tra essi, unitamente ad ‘agenzie’ che si sono inventate una nuova professione stante nel lucrare su questa litigiosità, al desiderio di rivalsa o all’incapacità di accettare l’evento sfavorevole della terapia che non abbia avuto l’esito sperato, e molti altri ancora.

Come ricordava Rossi, rispetto al 2013, il contenzioso di fronte alla Corte dei Conti era cresciuto del 500% rispetto all’anno precedente per cui se nel 2012 arrivava davanti ai magistrati di via Mazzini una decina di medici, nel 2013 siamo saliti a 50.
Questa è ovviamente un’eventualità che si presenta negli episodi dove sia stata accertata a carico del professionista la colpa grave, per cui se il paziente denuncia l’ospedale a causa di un sinistro e viene riconosciuto un risarcimento, la chiusura del cerchio è di competenza della Corte dei Conti che istruisce il procedimento a carico del medico stesso.
Tutto questo ha dei riflessi fortemente condizionanti non solo per la categoria dei medici, ma anche per i pazienti e per il sistema sanitario nazionale.
Lasciando gli approfondimenti al prossimo intervento, accogliendo le informazioni offerte oggi come introduzione, emerge chiaramente come questa dinamica sia dannosa, al limite della tossicità, per tutta l’economia nazionale poiché a fronte di un sinistro e alla conseguente richiesta di risarcimento (truffaldina o legittima che sia) segue un complesso meccanismo burocratico che produce l’unico risultato di impoverire le casse pubbliche e quelle del professionista. Di fronte a questa prospettiva, l’idea di essere tutelati grazie alla copertura assicurativa di una polizza professionale non offre già tutta la tranquillità di cui il professionista di ogni estrazione abbisogna per operare al meglio?

E la vostra tranquillità quanto vale? Scoprirete che proteggere voi stessi e la vostra professione non è mai stato così semplice e veloce, ma soprattutto vantaggioso, grazie ad RCPolizza.it


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